Dacia Maraini incontra gli studenti del Polo liceale di Gorizia

Dacia Maraini

Riflessioni degli studenti del Liceo Scientifico “Duca d’Aosta” di Gorizia

Terza B

Dacia Maraini, durante l’incontro organizzato dalla scuola, parla ad undici classi di studenti del suo libro nato dai sogni dell’amico di una vita Pier Paolo Pasolini, morto assassinato, con una tranquillità quasi disarmante. Parla alla nostra generazione come se l’avesse fatto altre centinaia di volte, ma dietro ai suoi occhi che hanno vissuto per 86 anni, non si nota neanche un velo di stanchezza, come se raccontasse i suoi pensieri, sempre per la prima volta. Durante le due ore trascorse con lei, ci apre le porte dei suoi ricordi rispondendo alle domande poste dai nostri compagni, e chiedendo loro se fossero d’accordo e soddisfatti della risposta data, quasi invitandoli ad un dibattito. In questo modo ci mette sul suo stesso piano e posso facilmente immaginare che se un qualsiasi altro adulto fosse stato messo al suo posto, ci avrebbe probabilmente guardato dall’alto in basso, iniziando ogni frase con “quando io avevo la vostra età…”. Grazie a lei ho compreso meglio ciò che sento spesso ripetere da vari intellettuali, ovvero che l’italiano è stato “inquinato” da termini provenienti da altre lingue, stupendo me stessa nel trovarmi in parte d’accordo con questa affermazione. Penso che sia inevitabile che la lingua si evolva, in quanto essa muta insieme alla società, ma credo che per una persona che non conosce l’inglese, oggi, sia molto complicato comprendere il significato di molti termini frequentemente usati. Noi giovani siamo i primi ad usare parole nuove, in quanto veniamo ogni giorno “bombardati” da mille input diversi che passano attraverso internet e i social media.

Una cosa che mi ha colpito è che l’autrice parla comunicando l’idea di essere una donna forte e determinata, che ha vissuto una vita piena di avventure e di colore (in particolare l’azzurro, per lei elemento fondamentale nel suo vestiario, che le ricorda il cielo e la libertà, termine ricorrente). Racconta le opinioni contrastanti che avevano lei e il suo amico Pier Paolo, riguardo tematiche come il femminismo e l’aborto, ancora molto attuali, con l’unica differenza che oggi i sostenitori di tesi diverse sono i rispettivi peggiori nemici e la loro relazione non si basa sul rispetto, come quella dei due, ancora giovani, intellettuali. Mi ha colpito molto la sua dolcezza, come se stesse raccontando le sue esperienze di vita alla nipote, cercando di prepararla ad un mondo spesso ingiusto, ma abbastanza evoluto, rispetto a com’era quando lei era ragazza. Dopo aver conosciuto questa donna straordinaria, infatti, mi sento più consapevole della fortuna di vivere in un’epoca in cui molti diritti sono garantiti e di quanto sia importante che rimangano tali. Esco da questo incontro sapendo cosa devo pretendere dalla società come persona, ragazza e donna nel 2022.

Emma

L’incontro con Dacia Maraini è stato molto interessante, perché ha avuto molte esperienze nella vita e quando racconta gli aneddoti o semplicemente descrive una società più vecchia della nostra si percepisce la potenza del vissuto. Nonostante l’età, è un’abile comunicatrice anche tra i giovani e sa coinvolgere il pubblico. Sono rimasto molto colpito dalla sua analisi sociale e trovo che la sua visione sia molto simile alla realtà. L’incontro mi ha anche permesso di conoscere la figura di Pier Paolo Pasolini di cui avevo sempre sentito parlare male a causa della strumentalizzazione della sua figura da parte della politica. Secondo me, la Maraini ha avuto davvero tanto coraggio a parlare, scrivere; dando una descrizione di tutta un’altra persona su una figura ancora oggi al centro di dibattiti e discussioni solo per regalare al mondo il vero Pasolini con tutta la sua limpida lungimiranza e umanità. Di lei ho apprezzato in particolare il suo amore sempre costante per la libertà e la vita e il coraggio di compromettersi e mettersi in ancora discussione.

Saverio

Ho particolarmente apprezzato l’incontro con l’autrice Dacia Maraini, poiché si è dimostrata molto disponibile ed ha cercato continuamente il coinvolgimento degli ascoltatori. Rispondendo alle domande ha trasmesso il forte legame che aveva con Pasolini, di cui tiene ancora viva la memoria e ricorda anche i dettagli. Mi ha colpito specialmente il fatto che lei consideri italiano chiunque pensi in questa lingua: l’unico fattore necessario per appartenere ad una nazione è, indipendentemente dalla propria origine, l’abbracciare completamente l’elemento più importante della sua cultura, la lingua.                                                                                                   

Chiara L.

Pochi giorni fa, grazie alla nostra professoressa di lettere, abbiamo avuto la possibilità di assistere all’incontro con Dacia Maraini, scrittrice di fama internazionale, la quale ha accettato di farsi intervistare dagli alunni delle classi quarte e quinte.

L’incontro, durato un paio d’ore, è stato davvero molto interessante grazie alle domande poste dai ragazzi. Mi ha colpito molto il modo di relazionarsi che l’autrice ha avuto: riusciva a rendere il tutto come un discorso continuo evitando il “domanda e risposta”, chiedendo pareri su ciò che aveva detto. Inoltre mi hanno colpito i termini utilizzati, la sua positività e il saperci fare con noi ragazzi, cosa non scontata.

Domenico

Ho trovato molto interessante l’incontro. Mi ha colpito particolarmente l’umiltà di questa donna che, nonostante sia una grande scrittrice riconosciuta a livello internazionale e una persona di una certa età, ha cercato di coinvolgerci chiedendo la nostra opinione, dimostrandosi sempre disponibile all’ascolto e al confronto. Mi ha colpito anche il suo modo di parlare: ha usato un linguaggio chiaro e abbastanza semplice con termini moderni e adatti a noi giovani.  Abbiamo affrontato argomenti molto delicati, come quello dell’aborto. L’impressione che ho avuto è che lei non solo ci abbia voluto insegnare qualcosa condividendo le sue esperienze, ma che volesse prima di tutto farci riflettere e partecipare al dibattito.

Pietro

L’incontro con Dacia Maraini è stato di grande insegnamento per tutti noi. Attraverso questo dialogo siamo andati alla scoperta di diversi temi, che stanno a cuore non solo a noi ma anche alla nostra ospite. Si tratta di argomenti delicati ma allo stesso tempo forti, che Maraini ha affrontato in modo serio e giovanile. È stata un’esperienza unica, migliore di alcune precedenti: anche se a distanza, l’autrice sembrava veramente con noi, lì in quella sala con il suo amichevole “calore”. Un’esperienza che ti fa fermare a riflettere sulla vita, ciò che ci circonda, la fortuna e i diritti che adesso abbiamo.                                                    

Giorgia

Mi sono alquanto emozionata ad assistere all’incontro con Dacia Maraini poiché è una donna di grande talento, che nella sua vasta produzione letteraria ha trattato in particolare la condizione femminile e ha fatto emergere il coraggio delle donne protagoniste delle sue opere. Durante l’intervista si è concentrata in modo particolare sul suo ultimo libro, “Caro Pier Paolo”, che ha presentato in modo molto delicato e quasi commovente. L’ispirazione le è nata da un sogno in cui lei sente i passi dell’amico Pier Paolo Pasolini in terrazza, e alzandosi lo vede. Riferisce delle sue confessioni, della sua relazione e del rapporto amicale con il regista e lo presenta sia come artista sia come uomo, dimostrando quanto gli abbia voluto bene. Ho particolarmente apprezzato la sua apertura mentale e la naturalezza con cui ha descritto Pasolini, senza mezzi termini, tutto d’un fiato, colpendomi direttamente al cuore: la scoperta di essere omosessuale a sei anni, l’essere stato aggredito dalla società e cacciato dalla scuola… Dacia Maraini riesce così a giustificare le reazioni e le provocazioni dell’amico, sottolineando anche la sua dolcezza nei rapporti affettuosi. Mi ha stupita quando ha ricordato i disaccordi con Pasolini, contrario al femminismo (che però si circondava di donne brillanti e pari a lui!), poiché Dacia Maraini ha sempre scritto di donne, ha lavorato con le donne e ha lottato per le donne utilizzando la sua arma migliore: la scrittura. Infine durante il dialogo non è mancata una sua riflessione sull’aborto. Prima ha riferito cosa ne pensasse Pasolini dell’aborto, ossia la sua contrarietà perché reputava che il ventre della madre fosse un luogo sicuro e pieno d’amore. Poi la scrittrice mi ha fatto capire che l’aborto non è un diritto, ma un rifiuto, un ripiego, una necessità, in poche parole una libertà da schiave, poiché nessuna donna ama abortire, ma giustamente le donne rivendicano l’aborto quale libertà di decisione sul proprio corpo, da sempre chiuso dietro tabù e proibizioni, o peggio considerato di proprietà altrui. Se le donne fossero libere di gestire la propria sessualità, l’aborto non esisterebbe, si praticherebbe una maternità responsabile. Ho riflettuto a lungo su quanto ascoltato durante l’incontro e posso dire che la sua autonomia, il senso di giustizia, la tolleranza e il rispetto della libertà che ha trasmesso, hanno annullato la nostra differenza di età, come se mi fossi confrontata con una sorella maggiore.

Clarissa

Sono rimasto piacevolmente stupito dall’incontro con Dacia Maraini perché nonostante l’età si è dimostrata una persona con una grande apertura mentale. Ha saputo comunicare con gli studenti in modo molto efficace, infatti l’intervista è risultata essere un dialogo anche grazie alla sua volontà di conoscere gli interlocutori, creando un rapporto quasi alla pari con loro. 

Samuele

L’altro giorno, insieme ai miei compagni, ho avuto il piacere di assistere ad un incontro, seppure online, con la scrittrice Dacia Maraini. L’ho trovata una donna brillante, con una grande energia e con idee nuove, aperte e progressiste, nonostante la sua età.

Ho particolarmente apprezzato alcuni accenni da lei fatti a proposito di femminismo e diritti umani, ed anche la riflessione sul diritto al voto, che invitava noi giovani a soffermarci sull’importanza di questo diritto fondamentale, conquistato non senza difficoltà. Infine ho notato il modo in cui la scrittrice ha saputo rapportarsi con i ragazzi che la intervistavano; interessandosi alle loro opinioni sugli argomenti trattati, ma anche alle loro vite ed alle loro aspirazioni per il futuro.

Amelia

Quarta e quinta B

Incontro con Dacia Maraini

Il dialogo con Dacia Maraini ha rappresentato un momento di arricchimento culturale e personale unico nel suo genere: di rado si ha la possibilità di conversare con una scrittrice di fama internazionale e allo stesso tempo stupisce che lei non si limiti a parlare di sé e delle proprie opere, ma tratti tematiche sentite dai giovani. Infatti l’uso di un linguaggio chiaro e coinvolgente e la genuinità percepita da ogni sua testimonianza hanno catturato l’attenzione dei giovani ascoltatori in quanto, nonostante il divario generazionale, si è messa sullo stesso piano di noi studenti senza mai dimostrarsi superiore. Ciò che colpisce è la sua bravura nel dispensare consigli alle nuove generazioni mentre tratta di questioni inerenti la sua esperienza di intellettuale e le vicende biografiche di Pier Paolo Pasolini creando un confronto tra passato e presente. L’esempio più significativo in questo senso si ha a partire dal racconto della scrittrice, che descrive Pasolini come un intellettuale non violento e aggressivo, ma propenso al dibattito e al confronto, e ribadisce il suo ripudio della violenza e al contempo la disponibilità allo scambio di idee costantemente perseguito durante la sua vita. Da qui è derivato il suo immediato e da me apprezzato collegamento alla realtà dei social networks per manifestare il suo disappunto riguardo queste piattaforme, in quanto a suo dire sempre più spesso sono un luogo virtuale in cui minacce e insulti anonimi prevalgono su dibattiti costruttivi. Da questo tema, così come da tutti gli altri trattati, che spaziano dalla questione relativa al diritto d’aborto all’importanza di partecipare attivamente alla vita democratica attraverso il voto, ho percepito il suo desiderio di dare a noi giovani consigli da accogliere non come imposizioni, ma come mezzi per riflettere e sviluppare una nostra personale idea.

Marco Giovanni

Una voce dalle mille tonalità

Il nome di Dacia Maraini potrebbe mettere in soggezione anche i più esperti interlocutori per la sua fama. Eppure nel corso di tutto l’incontro nelle sue parole risuonavano la semplicità e la passione che l’hanno contraddistinta nella vita. Queste peculiarità del suo carattere si sono manifestate attraverso un inatteso interessamento alle nostre vicende personali, trasformando ciò che poteva essere una semplice scaletta di domande in un vero e proprio dialogo. Mi hanno molto colpito il suo impegno nelle questioni politico-sociali e la sua volontà di coinvolgere noi giovani nei suoi discorsi, ragionando insieme a noi su diversi argomenti di attualità, dal tema dell’aborto all’importanza del diritto di voto senza dimenticare le lotte per i diritti civili a lei molto care. Una figura certamente carismatica che ha saputo guardare al suo passato fatto di gioie, ma anche di momenti dolorosi, dai quali ha tratto degli spunti di riflessione. Il nostro è stato un dialogo dalle mille sfaccettature, ma con la chiara volontà di lanciare un messaggio attraverso l’intreccio della sua vita con quella di Pasolini. La scrittrice e l’intellettuale friulano hanno condiviso l’impegno sociale e tante esperienze con il desiderio di vivere pienamente la vita e di non farla scorrere nell’inerzia. Questo forse il messaggio più significativo dell’incontro, un’esperienza che sicuramente porterò con me nel mio futuro. La sua propensione al dialogo ha favorito il compito di noi intervistatori, dimostrando ancora una volta la grandezza di una donna che ha segnato il ‘900 e che porta con sé esperienze uniche ed emozionanti. Non può che essere stato un onore ed un piacere aver dialogato con lei.

Giorgio

“Chi ama i ragazzi non può non amare tutti i ragazzi”

L’incontro con la scrittrice Dacia Maraini ha dato sicuramente molti spunti di riflessione.

Quello che mi ha colpito di più è stato il discorso sul linguaggio dei sogni. Lei ha affermato che i sogni sono importanti per la conoscenza di noi stessi e che dovremmo imparare a raccoglierli. Mi sono trovata d’accordo con lei oltre che affascinata da questo pensiero. Infatti a volte mi capita di tenere nota di alcuni sogni preziosi, perché mi sembra che l’inconscio cerchi di dirmi qualcosa.

Un altro discorso che ha destato il mio interesse è stato quello sulla meritocrazia che manca al giorno d’oggi. Purtroppo, di meritocrazia si sente parlare poco ed è un peccato, perché ciò non permette, a chi dimostra grande impegno, di raggiungere i propri obiettivi. Secondo me, oltre ad essere un motivo per cui i giovani tendono ad andare a studiare all’estero, questa è la ragione per cui le persone perdono di vista facilmente le proprie passioni.

Al di là dei temi trattati, ho apprezzato molto la persona che ci siamo trovati davanti. Dacia Maraini mi è sembrata molto disponibile e desiderosa di ascoltare il parere di noi giovani. Con lei si è instaurato un vero e proprio dialogo ed è questo che ha fatto la differenza. Si vede quanto tenga a stabilire un confronto amichevole con i suoi interlocutori. Noi abbiamo avuto modo di conoscerla non solo come intellettuale ma dal punto di vista umano, così com’è avvenuto per Pasolini attraverso la lettura di “Caro Pier Paolo”.

Quello che accomuna sicuramente i due scrittori ed amici è l’amore per i giovani. Come leggiamo nel testo, Pasolini disse: “Chi ama i ragazzi non può non amare tutti i ragazzi”. Anche se non ho avuto modo di chiedere a Dacia Maraini che cosa trovi nei giovani, forse ho già avuto una risposta partecipando al dialogo con lei che si è congedata con queste parole: “Vi auguro un futuro bellissimo”.

Veronica Maria

Dacia Maraini si è dimostrata pronta a dialogare e a confrontarsi con noi da pari a pari. Anche se l’impostazione dell’incontro verteva principalmente sul suo ultimo libro “Caro Pier Paolo”, e quindi sulla figura intellettuale del suo amico Pasolini, partendo dalle nostre domande l’autrice si è espressa molto anche sull’attualità. Ha parlato della situazione sociale italiana, di quanto questa sia cambiata, delle cose che a suo parere sono migliorate dal tempo in cui lei e Pasolini erano giovani, e di altre per cui lei manifesta una preoccupazione.

Rivolgendosi direttamente a noi giovani, ci ha esortato ad esprimere il nostro diritto di voto, a non dare mai per scontati i diritti civili e ad imparare dalla storia.

Durante tutto l’incontro ha mantenuto dei toni sempre molto amichevoli nei confronti del suo pubblico, ponendoci domande, chiedendo il nostro parere e raccontandoci esperienze personali, senza far pesare per nulla la sua autorevolezza di scrittrice e intellettuale di fama internazionale.

David

Oggi lunedì 19 settembre, al liceo classico “Dante Alighieri” di Gorizia, abbiamo partecipato ad un incontro online con Dacia Maraini.

In particolare, la scrittrice ci ha parlato del suo ultimo libro, “Caro Pier Paolo”, nel quale ci racconta dell’amicizia con l’intellettuale di Casarsa. Ci ha parlato della sua vita privata, spiegandoci che Pasolini può essere considerato uno dei più grandi intellettuali del ‘900 e che il suo intento è stato quello di restituirci un’immagine dello scrittore corrispondente alla realtà, annullando le falsità che si sono dette sul suo conto.

Ho apprezzato molto la capacità di Dacia Maraini di comunicare con noi giovani, mettendosi sul nostro stesso piano senza creare una distanza fra lei e noi. Si è dimostrata gentile, disponibile al dialogo e pronta a trasmetterci la sua passione per la letteratura. Durante l’incontro abbiamo approfondito molto gli aspetti relativi alla figura di Pier Paolo Pasolini, ma purtroppo abbiamo parlato poco di lei.

Nonostante questo, è stata davvero una bella esperienza e, tra tutti gli scrittori che abbiamo incontrato, a parer mio, il dialogo con Dacia Maraini è stato il più interessante.

Francesco F.

L’idea di scrivere “Caro Pier Paolo”, ci racconta Dacia Maraini, nasce da un sogno, da un dialogo avuto con Pasolini, dalla volontà di ricordare un amico. Troppo spesso, nel corso degli anni, l’immagine che ci è stata trasmessa del poeta non è veritiera.

Tanti sono stati i temi toccati dalla scrittrice: l’aborto, il femminismo, l’omosessualità, il razzismo, la precarietà di alcuni diritti che ci sembrano scontati quando in realtà non lo sono, la pace e il rispetto verso gli altri. Quest’ultimo tema è quello che più mi sta a cuore, perché la nostra società sembra dirigersi verso l’individualismo, perdendo di vista il bene comune. In mezzo al fuoco tutti pensano a salvarsi quando assieme potremmo spegnere l’incendio.

Le parole che ricorderò maggiormente sono: ”Siamo passati dal consumismo degli oggetti al consumismo dei sentimenti. Se qualcosa si rompe viene buttato via, al giorno d’oggi lo stesso vale per i sentimenti.”

Quello che vedo è che le persone non danno più il giusto peso ai sentimenti. Amare o odiare è rischioso, l’odio fa male a chi lo prova e non a chi lo riceve. Viene detto “Ti amo” con troppa facilità. Pare che le persone abbiano paura di mostrarsi per quello che sono, tutti vogliono essere perfetti o almeno apparire tali.

Dovremmo cercare di capire di nuovo il valore dei sentimenti altrimenti chissà dove finiremo.

Francesco N.

I sogni e i morti hanno con noi un legame più stretto di quanto crediamo. È questo uno dei messaggi che la scrittrice Dacia Maraini mi ha trasmesso.

Ci capita spesso di sognare una persona che non c’è più, con la quale abbiamo avuto un certo legame. Lo stesso è successo all’autrice, che dopo molti anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini lo ha incontrato in sogno. La scrittrice ha voluto sottolineare ai ragazzi che l’hanno intervistata la necessità di non sottovalutare mai i propri sogni, ma di analizzarli, in quanto talvolta possono rivelarci qualcosa che il nostro inconscio ci vuole dire. Ragionando sulla sua storia, ho cercato una mia interpretazione. È probabile che lei avesse già accettato il lutto per la morte dell’amico, ma che avesse sentito il bisogno di ristabilire un contatto, anche se breve e irreale, con lui.

Forse l’inconscio di Dacia Maraini ha voluto confortarla in questo modo, lasciandole l’opportunità nel momento di bisogno di riavvicinarsi al suo compagno di avventure, che ha continuato la sua attività da regista nei sogni della scrittrice.

Cristina

Dacia Maraini è riuscita a relazionarsi con noi ed è stata capace di costruire un confronto coinvolgente nonostante il divario generazionale. È stato molto interessante sentire le sue testimonianze sulla vita di Pasolini, che ci è stato descritto non solo come uno scrittore, un poeta e un regista, ma come una persona che ha affrontato a testa alta tanti problemi durante la sua vita.

Tra le domande poste dai miei compagni mi è rimasta impressa quella riguardante il colore che potrebbe rappresentare maggiormente Pasolini. Benché la domanda sia molto semplice, può essere significativa in quanto un colore può trasmettere molte sensazioni. Di fatto, secondo l’autrice, l’azzurro è il colore che la rappresenta maggiormente e il bordeaux sarebbe quello di Pasolini, a evidenziare una personalità diversa dalla sua.

Mi ha colpito anche come si sia concentrata e abbia approfondito l’argomento riguardante i sogni, attraverso i quali lei si tiene aggrappata ai ricordi di un caro amico che ormai non c’è più. In questo atteggiamento molte persone potrebbero riconoscersi, soprattutto chi sente la mancanza di qualcuno e l’unica via per tenerlo vicino è attraverso i ricordi e l’immaginazione.

Salma

Oggi ho avuto occasione di dialogare con Dacia Maraini, a cui sono state rivolte alcune domande prima riguardanti la sua opera “Caro Pier Paolo” e successivamente relative alla sua vita e alle sue idee. Prima dell’incontro non mi sarei aspettata che mi avrebbe fornito così tanti spunti di riflessione. Questo, probabilmente, è successo perché il modo in cui ha risposto alle domande era fermamente deciso, proprio di una donna determinata che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno.

Tra le tante tematiche affrontate, quella sull’aborto mi ha colpito in modo particolare, probabilmente perché è ancora al centro di dibattiti tra sostenitori e contrari ed è un argomento che mi interessa da vicino. “Nessuno può limitare la libertà di scelta di una donna rispetto al proprio corpo”. Ho interpretato quest’affermazione in modo più generale, soffermandomi a riflettere su quanto sia assurdo che qualcuno possa decidere per la vita di qualcun altro. La libertà di scelta ci viene garantita fin dalla nascita, ma in molti casi c’è qualcuno che sceglie per noi donne. È impressionante come, nel caso dell’aborto, si consideri soltanto il punto di vista morale o medico, ma venga trascurata la possibilità della donna di decidere liberamente. A queste considerazioni si può collegare anche il tema dei diritti, chiamato in causa più volte dall’autrice, la quale ci ha ricordato che, nonostante questi siano stati acquisiti, potrebbero esserci sottratti e negati. In definitiva mi sono resa conto che effettivamente le libertà che sono state conquistate nel passato, dopo anni di rivendicazioni, in molti casi sono ancora messe in discussione.

Sara

L’incontro con Dacia Maraini mi ha stupito molto a partire dal suo comportamento nei nostri confronti. Ha chiesto il nome agli intervistatori, ai quali si è rivolta spesso e si è posta al loro stesso livello. Oltre ad aver risposto alle domande su Pier Paolo Pasolini, si sono toccati temi importanti come l’aborto, il diritto al voto e l’omosessualità negli anni ‘50, attraverso i quali la scrittrice ha manifestato interesse nei confronti dei nostri pensieri, rivolgendoci alcune domande e soprattutto facendoci riflettere. Infatti il dialogo ha caratterizzato l’incontro con la scrittrice che ha saputo catturare la mia attenzione dall’inizio alla fine. Un tema che mi ha particolarmente toccato è stato quello dei sogni, che, come dice Dacia Maraini, sono fondamentali e che bisogna prendere in considerazione, in quanto capaci di far rivivere chi non c’è più. Questi sogni che hanno permesso a Dacia Maraini di rivedere il suo caro amico Pier Paolo per la prima volta su una terrazza, ed è stato commovente vedere il suo sorriso mentre ne parlava, come se stesse rivivendo quel momento. La scrittrice anche questa volta non ha esitato a difendere l’amico smentendo tutte le dicerie crudeli nei suoi confronti, ma sottolineando invece quanto fosse gentile e brillante. Ha affermato anche che non si è cercato la morte, ma che piuttosto l’ha sfidata, in quanto non ha mai avuto paura di dire ciò che pensava, mettendoci sempre la faccia. A quest’ultimo punto è ricollegabile il discorso sui social, che la scrittrice ha ammesso di non utilizzare, anzi di disprezzare, in quanto portatori di odio e di insulti da parte di utenti che rimangono nell’anonimato, “dei vigliacchi” a detta dell’autrice, che hanno paura di mostrarsi. Secondo lei, invece, bisognerebbe cercare il confronto attraverso la forza delle idee. Alla fine dell’incontro è stato interessante sapere che il suo colore preferito è l’azzurro, il colore del cielo, perché le ricorda la libertà, tema che le sta molto a cuore in seguito alla sua esperienza vissuta in un campo di concentramento in Giappone, di cui, però, non siamo riusciti a parlare.

Alessia

Dialogare con Dacia Maraini è un’esperienza emozionante, sincera. Nonostante la sua fama e il grande rilievo nel suo campo, sa come metterti a tuo agio e rendere il confronto dolce e confortevole. Quando le ho posto la domanda, mi sembrava di parlare ad un’amica, disinvolta come se fossimo due persone qualunque nell’atto di conoscersi.

“Considerata l’importanza che ha per lei l’interpretazione dei sogni, come risulta evidente dall’introduzione di “Caro Pier Paolo”, quale colore assocerebbe allo scrittore, poeta, registra, ma soprattutto suo amico, Pier Paolo Pasolini?”

“Rubino”, mi ha risposto, senza dilungarsi troppo sulla motivazione della sua scelta. Ha spaziato subito tra argomenti quali il suo amato celeste e l’importanza delle cromie nel mondo orientale, ci ha detto di come una giovane giapponese prediligerebbe sicuramente passeggiare con uno svolazzante vestito cremisi piuttosto che bianco o nero, colori molto diffusi tra di noi.

Ma sul perché del colore della camicetta che copre il puerile busto di Pasolini nemmeno una spiegazione. Sfumatura intensa quella scelta dalla Maraini, preziosa e vibrante. Rosso come il colore della forza del carattere di Pier Paolo nella volontà di esporsi quale letterato impegnato e nel tentativo di essere un esempio per le nuove generazioni. Rosso come una pudica e delicata rosa, dai petali leggeri e profumati, così difficili da maneggiare. O rosso come il sangue del suo corpo deturpato in quella notte del 1975. Agli ascoltatori la scelta.

L’azzurro che la circondava durante l’intervista però comunica sicuramente la profondità e la serenità che contraddistinguono una donna tanto attiva e pronta a difendere i diritti delle donne.

Ludovica

L’incontro con Dacia Maraini ci ha arricchito notevolmente sia dal punto di vista formativo che a livello personale. L’autrice come primo impatto mi ha dato l’idea di una donna accogliente, socievole e inaspettatamente alla mano.

Il suo modo di comunicare con i ragazzi è qualcosa che si vede raramente in autori così di alto rilievo, perché, invece di limitarsi a rispondere alle nostre domande, ha voluto dialogare con i ragazzi cercando piuttosto un confronto con le nostre idee.

Si è soffermata molto sul concetto a lei tanto caro di libertà, e su come lei e l’amico Pier Paolo lo abbiano percepito in maniera differente. Lei ha compreso il valore della libertà già durante il periodo della sua infanzia quando ha vissuto la drammatica esperienza del campo di concentramento dove ha capito anche il valore e la funzione della letteratura come mezzo necessario per sentirsi ancora vivi. Probabilmente per questo nel corso della sua vita ha dedicato anima e corpo alla scrittura.

A quasi cinquant’anni dall’anniversario della morte di Pasolini ha scelto di ricordare uno dei suoi amici più cari, presentandolo più come persona che come intellettuale e tentando di farcelo vedere attraverso i suoi occhi.

Dacia Maraini ha deciso di dedicargli delle lettere ispirate ai sogni in cui ha rivissuto i giorni trascorsi in sua compagnia, i viaggi in giro per il mondo e la loro amicizia.

Credo che sia stata la parte finale dell’intervista ad avercela fatta scoprire un po’ meglio. Può sembrare banale la domanda conclusiva che le è stata posta, ma trovo che la sua risposta abbia dimostrato la semplicità di una donna che fino a poco tempo prima ritenevo così distante da noi. È l’azzurro il suo colore preferito, come il cielo quando è sereno perché le trasmette una sensazione di pace. In un certo senso anche la rappresenta: una persona buona, tranquilla e sincera ma pronta a raccontarsi. In effetti il celeste è il colore di cui si circonda e che indossa più spesso, fatto di cui mi sono accorta subito ma a cui non avevo dato troppo peso.

“Che colore assocerebbe a Pier Paolo?”, le è stato chiesto. “Probabilmente il rosso rubino”.

Jenny

Il progetto “Dialoghi” riesce sempre a far riscoprire lati nascosti degli scrittori agli studenti. L’incontro con Dacia Maraini non è stato diverso da questo punto di vista, ma a differenza di altre interviste a cui abbiamo partecipato in precedenza questa è riuscita a centrare perfettamente l’obiettivo del progetto, cioè il contatto diretto tra l’intervistato e gli studenti, soprattutto grazie alla grande umiltà e disponibilità della scrittrice. Dacia Maraini, infatti, ha cercato fin da subito di dialogare con noi uscendo dal limite che spesso hanno le interviste, chiedendo le nostre opinioni e incuriosendosi anche sui progetti futuri di alcuni di noi. Questo dimostra il desiderio di un confronto con i giovani, aspetto da non sottovalutare soprattutto per una scrittrice del suo calibro.

Abbiamo avuto la fortuna di sentirla parlare su svariati temi, partendo dal ricordo del suo amico nonché importante intellettuale Pier Paolo Pasolini per poi continuare su temi di attualità fra cui mi ha colpito particolarmente il discorso sui diritti, i quali devono essere difesi poiché non sono intoccabili, e anche il caloroso invito diretto ai giovani a votare, facendoci riflettere su quanto abbiano dovuto lottare i nostri avi per ottenere questo diritto a cui spesso non diamo la giusta importanza.

Mario

Noi ragazzi del liceo scientifico abbiamo avuto il privilegio di dialogare con Dacia Maraini, scrittrice di grande fama ed autrice del testo, da noi letto durante le vacanze estive, “Caro Pier Paolo”. L’autrice fin da subito fa vedere la sua umiltà e la voglia di interagire con i giovani instaurando una conversazione con gli intervistatori perché – come ha detto in seguito – il dialogo non è un luogo a senso unico ma è fatto da più voci. La sua disponibilità a scendere dal piedistallo per mettersi sullo stesso piano di noi ragazzi mi ha stupito e predisposto ad ascoltarla di buon grado. Le domande sono state di vario genere e nelle risposte hanno trovato spazio moltissimi argomenti, primo di tutti il soggetto del libro, Pier Paolo Pasolini, la cui presenza nel dialogo non ha impedito di trattare temi come la società dei consumi, il femminismo (nella fattispecie l’aborto), il conflitto in Ucraina e la comunità digitale nelle sue mille sfaccettature. Non sono mancate anche digressioni sul mondo del lavoro e le prospettive per noi giovani, oltre che sulla politica, il mondo onirico e perfino i colori come portatori di emozioni e caratteristiche personali, che mostrano quanto lei sia una persona istruita ed attiva nel campo sociale. Sempre molto aperta, espansiva e disponibile, Dacia Maraini è stata capace di coinvolgerci e di catturare anche l’attenzione delle menti più sfuggevoli e propense ad errare nei propri pensieri, con il carisma di quella che è, a tutti gli effetti, una scrittrice affermata e di fama internazionale.

Daniele

Incontrare Dacia Maraini è stata un’esperienza molto istruttiva e diversa dagli incontri con altri autori. I temi trattati sono stati vari e non soltanto riguardanti il testo da noi letto “Caro Pier Paolo”. Infatti, rispondendo gentilmente alle nostre domande, la scrittrice ci ha anche raccontato alcune sue esperienze personali, ha condiviso con noi le sue conoscenze ed esperienze e ci ha dato dei consigli preziosi per il nostro futuro.

Dacia Maraini durante il dialogo con i suoi intervistatori è stata molto cordiale e ha chiesto a tutti il nome per potersi rivolgere a loro direttamente. Questo per me è stato un esempio del comportamento che dovrebbe tenere un intellettuale impegnato in contesti sociali e pronto al dialogo con gli altri. Gli argomenti affrontati erano tutti molto interessanti e quelli che hanno attratto maggiormente la mia attenzione sono stati il rapporto che abbiamo con i sogni e la memoria dei defunti, l’importanza dei diritti e la necessità di proteggerli senza ritenerli scontati, l’importanza dei colori e dei loro significati nella cultura giapponese e il suo interesse per la lingua italiana che definisce l’identità di un popolo, ma che non comporta un rifiuto di altre lingue e culture. È stato inoltre interessante ascoltare i ricordi riguardanti Pier Paolo Pasolini, in quanto solitamente non abbiamo testimonianze dirette sugli autori da noi studiati.

Teresa Diana

Una donna audace, saggia e sicura di sé stessa. Questa è l’immagine che porto con me di Dacia Maraini dopo averla conosciuta. La sensazione che ho percepito è stata quella di aver ascoltato i pensieri e le opinioni di una mia coetanea. I temi trattati, infatti, sono stati davvero tanti e tutti molto attuali.

Mi ha colpito molto il discorso sull’aborto, un argomento tanto dibattuto quanto delicato. Penso che le riflessioni della scrittrice sull’argomento siano giuste e allo stesso tempo molto semplici e comprensibili. Lei è riuscita a spiegare a ragazzi come noi un concetto su cui di solito vengono creati inutili dibattiti. Come ha detto, il diritto all’aborto è un punto fondamentale per rivendicare l’autonomia del corpo femminile, ma quand’è possibile è importante che la decisione venga presa sia dalla donna che dall’uomo. In definitiva, ciò che mi ha stupito di più nel corso dell’incontro è stata la sua sensibilità verso argomenti così importanti e attuali.

Sofia M.

Ritengo che l’incontro con la scrittrice Dacia Maraini sia stato molto interessante e coinvolgente in quanto ho potuto avere diversi spunti su cui riflettere, nonostante non mi sia trovata del tutto d’accordo con alcune sue considerazioni. Tuttavia, come ha ben sottolineato la scrittrice, anche lei non sempre condivideva le idee del suo amico Pier Paolo Pasolini, ma non per questo bisogna cercare di far prevalere la propria posizione poiché ognuno è libero di pensare quello che vuole rispettando le opinioni altrui. Ciò che mi ha colpito maggiormente è stato ascoltare una donna di così grande intelligenza e sensibilità che ha saputo trasmettere con parole di tanto affetto ciò che è stato per lei l’amicizia con Pasolini, offrendoci un’immagine genuina e pura del poeta e smentendo i pregiudizi che lo hanno accompagnato per tanti anni.

Marlena

L’incontro con l’autrice Dacia Maraini non si può certamente definire una normale intervista. Può essere considerata una chiacchierata o uno scambio di idee ma, sicuramente non un monologo.

Dacia Maraini, invitata in particolare per parlare del suo ultimo libro “Caro Pier Paolo” e del suo rapporto con l’amico Pasolini, fin da subito ha ascoltato attentamente le domande degli studenti, mostrando interesse nei loro confronti.

La scrittrice ha risposto alle domande proposte spiegando accuratamente i suoi pensieri, partendo dai suoi dubbi sulla morte di Pasolini, un giallo ancora senza soluzione dopo quasi cinquant’anni, per arrivare a temi più attuali, quali il femminismo, le mafie, i social network, la situazione politica, il diritto al voto e quello all’aborto, che per lei rappresenta l’ultima spiaggia nel caso di una gravidanza indesiderata. Dacia Maraini, nonostante la sua notorietà e le sue numerose pubblicazioni, ha dimostrato sempre una grande umanità e rispetto rispetto per le nostre idee e ci ha ricordato l’importanza di continuare a sognare.

Giacomo C.

Lunedì 19 settembre ho avuto il piacere di assistere ad un incontro con Dacia Maraini. Questo incontro è stato molto interessante e coinvolgente grazie alla capacità della scrittrice di parlare e di rapportarsi con noi studenti. Dacia Maraini si è rivelata una persona alla mano, spontanea e solare. Ha da subito catturato la mia attenzione grazie al modo di approcciarsi ai ragazzi che hanno avuto il piacere di intervistarla.

Durante l’intervista non si è parlato esclusivamente del suo testo “Caro Pier Paolo”, dedicato a Pasolini, ma l’autrice non ha esitato ad esporsi personalmente, a parlare di argomenti attuali e ad aiutarci a riflettere su alcune importanti scelte future. Ci ha raccontato del lato più nascosto del carattere di Pasolini e ha dimostrato di essere stata molto legata a lui. Inoltre ha parlato di come i sogni abbiano un ruolo importante all’interno delle nostre vite e di come possa essere utile per noi tenere nota di questi. In seguito, rivolgendosi a noi studenti, ci ha raccomandato di andare a votare, un atto importante che tutti noi dovremmo prendere seriamente perché può condizionare il nostro futuro. Le sue parole mi hanno dato la possibilità di riflettere su diversi aspetti e di rendermi conto del fatto che dobbiamo imparare a prendere delle decisioni significative e a non dare nulla per scontato.

Sofia V.

L’incontro con la scrittrice, poetessa e saggista Dacia Maraini si è rivelato interessante per diversi motivi. Innanzitutto l’autrice si è dimostrata molto disponibile e, in quello che sembrava più un dialogo che un’intervista, ha raccontato delle sue esperienze e ha espresso le sue opinioni. Ha risposto a diverse domande sul suo libro “Caro Pier Paolo” e non solo, ma ciò che mi ha affascinata di più è stata la spiegazione di come sia nato il suo desiderio di mettere per iscritto il loro rapporto. Dacia Maraini rivela che è stato un sogno a risvegliare in lei la volontà di mostrare al mondo un uomo diverso da quello dipinto dai media nel corso degli anni. Grazie al dialogo con lei non posso far altro che riconoscere e ammirare nella scrittrice una donna molto forte, che sa affrontare il proprio passato nonostante esso non sia stato assolutamente semplice e che, ad ormai quasi cinquant’anni dalla sua morte, riesce ancora a portare vivo dentro di sé il doloroso ricordo di un amico che l’ha lasciata troppo presto.

Valeria

L’intervista a Dacia Maraini mi ha lasciato piacevolmente colpito nonostante le aspettative che fossero piuttosto alte, visto che conosco l’autrice e la stimo molto. Ho apprezzato l’atteggiamento che la scrittrice ha assunto nei confronti dei miei compagni di classe, gli intervistatori, con i quali ha instaurato un rapporto alla pari, chiedendo spesso le loro opinioni riguardo i temi affrontati, evitando quindi di tenere una lezione unilaterale che sicuramente avrebbe coinvolto meno gli studenti. Ho notato l’attenzione particolare che gli ascoltatori, compreso me, hanno prestato all’intervento della Maraini, e questo mi fa piacere perché i temi trattati non erano affatto leggeri o futili, anzi, si è parlato di Pier Paolo Pasolini ma anche molto di attualità e società. Ho visto in Dacia Maraini la figura di una persona molto saggia e colta che vuole trasmettere alle nuove generazioni, grazie alla sua grande esperienza e cultura, con molta pazienza e dedizione, degli insegnamenti dei quali dovremmo fare tesoro in momenti difficili come quelli che stiamo vivendo.

Matteo C.

Diversi sono gli argomenti affrontati durante l’incontro con Dacia Maraini, autrice del libro “Caro Pier Paolo”, che hanno fatto riflettere tutti noi studenti e ci hanno fatto aprire gli occhi su argomenti molto importanti come l’aborto e il dovere e il diritto di voto.

Il tema che però ha stimolato in modo particolare la mia curiosità è quello del sogno, un tema che fin da piccola mi affascina moltissimo.

Dacia Maraini ci ha raccontato la sua esperienza. Dopo la morte dell’amico Pier Paolo Pasolini, con il quale aveva un rapporto molto ravvicinato, intimo, aveva cominciato a sentire, attraverso alcuni sogni, i passi dell’amico defunto. È da qui che nasce tutto. La Maraini si rende conto dell’importanza di questi sogni e decide di raccontare al mondo chi fosse davvero Pasolini. Nel libro l’autrice lo dipinge come un vero amico, una persona fidata, un intellettuale che lei non aveva mai guardato con gli occhi critici della società di quel tempo. Ne parla in modo amorevole e racconta del vuoto che ha lasciato in lei.

Non è stato un caso che lei abbia sentito così vicino l’amico nonostante la sua morte.

Dietro ad un sogno non c’è solamente una fantasia, ma tutto un mondo ancora da scoprire. Questo lo possiamo fare dando spazio a tutti quei sentimenti e alle emozioni che negli ultimi anni, con l’arrivo delle nuove tecnologie, stiamo mettendo da parte. L’autrice, a proposito di questa tematica, ci ha parlato del consumismo dei sentimenti. La società in cui viviamo ci ha dato tanto, ma al tempo stesso ci ha tolto in gran parte quelle piccole cose che da sempre stanno alla base di rapporti umani e relazioni sociali.

Se ci si guarda intorno, si può vedere come tutto sia cambiato; si dà più importanza a ciò che si possiede piuttosto che alle persone che ci circondano, le relazioni sono sempre meno importanti e sempre più brevi e lo sguardo distolto dal cellulare è diventato un’eccezione.

Ma se solo per un secondo tutti quanti smettessimo di dare peso a cose futili come il telefono e alzassimo lo sguardo, ci renderemmo conto di quello che è veramente importante: le persone che ci stanno accanto.

Maddalena

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